Il premio Nobel per la pace assegnato ad Obama ha lasciato un pò tutto perplessi.
Ci si chiede cosa abbia fatto già per meritare tanto. Un quotidiano americano ha calcolato che delle 500 promesse fatte in campagna elettorale, Obama sia riuscito a realizzarne ad oggi solo 47.
Certo è un grande comunicatore, ha idee condivisibili, la sua elezione era auspicata da mezzo mondo, quasi bastasse a far tornare a crescere l'economia con la sola imposizione delle mani.
Indubbiamente è l'uomo nuovo della politica internazionale e, tralasciando la retorica sul colore della pelle (anche se rappresenta un grande passo in avanti, soprattutto per gli Usa), è in lui riposta una enorme speranza; i desideri di pace, crescita economica, riduzione della povertà, , disarmo nucleare, tutela ambientale, vengono rivolti verso di lui, come fosse l'unico uomo al mondo che in questo momento possa riuscire, anche in parte, a soddisfarli.
In concreto però bisogna sottolineare che il Nobel è quantomeno affrettato. Forse come ha detto Franco Venturini sul Corriere della Sera, è un Nobel alla speranza più che all'uomo. E la speranza è che ora non si carichi di troppa responsabilità il neo presidente. Forse ancora un paio d'anni di attesa sarebbero stati auspicabili. Ma forse in Svezia hanno avuto paura che il presidente di uno Stato europeo potesse arrivasse al premio prima di lui...ed anche lì ce ne sarebbero di spiegazioni da dare, ma questo andrebbe spiegato meglio ai suoi sostenitori.
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