Lodo...ma che vuol dire? Una parola improvvisamente diventata di moda; tutti ne parlano, tutti la nominano: Lodo Alfano, Lodo Schifani, Lodo Mondadori. Cercandone il significato ho scoperto che il termine deriva da laudum ed è il risultato di un arbitrato, di un compromesso tra posizioni diverse. Il Lodo Alfano in realtà è una vera è propria legge. Inizialmente poteva essere descritto come compromesso tra il precedente Lodo Schifani e la decisione della Corte Costituzionale (che ne aveva indicato alcune incostituzionalità poi corrette, appunto, dal Ministro Alfano), ma poi sono stati i media a continuare a parlare di Lodo, per catturare immediatamente l'attenzione del lettore, per porlo subito dentro la notizia.
Ora il Lodo Alfano è stato giudicato incostituzionale dalla Corte. Ci sono due diverse considerazioni che possono essere fatte: la prima è che, da un punto di vista formale, sembrerebbero esserci delle contraddizioni, in quanto il Lodo Schifani fu anch'esso bocciato dalla Corte in quanto non consentiva la rinuncia all'immunità da parte delle più alte cariche dello Stato, ma questa osservazione fu ripresa e corretta dal Ministro Alfano; non si capisce quindi perché il Lodo non sia stato giudicato incostituzionale già precedentemente, quando fu proposto da Schifani.
La seconda invece è, da un punto di vista sostanziale, perché i Presidenti della Repubblica o del Consiglio debbano vedere sospesi i propri processi durante il mandato. La tutela per gli atti compiuti durante il mandato dovrebbe essere piena, altrimenti le decisioni non potrebbero mai essere compiute in totale libertà, ma sempre con il timore di poter essere giudicato per le proprie azioni, e ciò non è accettabile.
I processi a carico di Berlusconi quindi riprenderanno e, prima o poi, giungeranno ad una sentenza, di colpevolezza o meno. Tutto ciò però prescinde dall'azione di governo, che deve continuare, fino al termine della legislatura. Mi sembra per questo fuori luogo e anche assurde certe manifestazioni da stadio avvenute alla pubblicazione della sentenza; qualcuno vuole scendere in piazza per chiedere le dimissioni del governo e nuove elezioni.
Tentiamo di tenere separati i due aspetti e giudichiamo il governo per ciò che fa (e dovrebbe fare, perché se si dovesse impuntare, come gira voce, sull'approvazione di una nuova immunità parlamentare, sarebbe un boomerang di proporzioni colossali). Lavorare non insultare, fare e non accusare.
Berlusconi poi avrà la compiacenza di presentarsi ai processi (senza addurre più assenze per motivi istituzionali), di portare le prove della sua innnocenza, come dice di avere.
Un'ultima riflessione però mi viene spontanea: la giustizia in Italia è famosa per la sua lentezza, ma quando si tratta di Berlusconi riesce a muoversi in maniera così sincrona, da Bari a Brescia, da Milano a Roma, che ci fa pensare di essere in un altro Paese...
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